domenica 6 marzo 2011

Mi piace il cielo d'Olanda perchè è infinito.
Non ci sono monti, colline, case, industrie a spezzare lo sguardo.
é infinito come il mare.

mercoledì 23 febbraio 2011

Spesa da italiana?


Domani riceveremo il Sofi, simpatico nome per codice fiscale e carta d'identità olandesi, da cui potremo aprire un conto in banca.
Domani saremo un po' piu olandesi.

Ieri mentre facevo la spesa ho notato un ragazzo sbuffante e spaesato. Stava due ore a leggere ogni etichetta. Ho avuto la sensazione fosse italiano. Non so perchè abbia attirato tanto la mia attenzione.
Ho osservato la sua spesa. Nutella e Bonduelle. mmmh proprio da italiano... l'ho guardato meglio e sulle suescarpe c'era scritto Italia.
Allora ho iniziato a guardare la mia spesa chiedendomi se fosse così evidente anche il mio essere italiana e se anch'io avessi un'aria così spaesata.
Eccola.
Perchè non vorrei scoprire d'essere una amcchietta del mio Paese.

lunedì 21 febbraio 2011

 "Con gli uccellini, le anatre e loe oche"... (Jova)
                                                                         Hillegom
                                                                          Haarlem
                                                 I mulini sono così belli da sembrare finti..

mercoledì 16 febbraio 2011

Wow...qui è tutta una scoperta..
é come tornare bambini, quando tutto è nuovo, quando ogni due passi spalanchi la bocca per lo stupore..
Tutto sembra un gioco, tutto è divertente, le piccole faccende quotidiane sono una scoperta continua..
Entro al supermercato e sento il profumo d'Olanda. Ci sono decine e decine di varietà di frutta e verdura, salse mai viste, scaffali e scaffali di wurstel sottovuoto, etichette colorate e nuove. Dolci e salati di pastasfoglia, sapori nuovi da scoprire. E poi quel pizzichino d'orgoglio nel trovare la Barilla e il Lavazza. Solo questo ci è rimasto.
E la tecnologia. La tecnologia che..wow, mi fa sentire su una navicella spaziale quando prendo l'autobus.
Wow.
E gli animali. Tanti, tantissimi uccelli. Aironi e trampolieri di cui non conosco il nome tranquillamente appollaiati sul ciglio della strada. E io strabuzzo gli occhi. E faccio fotografie.
I passanti non li notano e penso che saranno come i piccioni da noi, così diffusi da non vederli più.
Una bambina di tre anni mi ha fatto un dolcissimo sorriso. Secondo me ha riconosciuto nel mio stupore il proprio e per un attimo ci ha legate un invisibile filo di complicità.



Stamattina preparavo il latte per il caffè.. strano, denso- Mentre si scaldava vedevo la parte grassa dividersi dall'acqua. Sapeva di acido, come uno yogurt liquido e grasso. Karnemelk. Una sorta di panna acida da quel che ho capito. Esperienza che non vi consiglio, soprattutto nel caffè.

é stato divertente.


Da wikipedia:
Il latticello è il sottoprodotto della trasformazione in burro della panna. Dal sapore acidulo, è una bevanda popolare nell'Europa Settentrionale (nella Bretagna) e in alcuni paesi asiatici (Afghanistan e Pakistan).
Come il siero ottenuto nella produzione del formaggio, deriva dalla coagulazione della caseina. Rispetto a questo, tuttavia, è più acido e meno ricco di lattosio; queste due differenze hanno la medesima origine, giacché il sapore acido deriva dalla fermentazione del lattosio in acido lattico. In effetti, il latticello in commercio non è più prodotto assieme al burro, ma direttamente aggiungendo al latte batteri che fanno fermentare il lattosio. Il latticello è un ingrediente fondamentale per moltissimi dolci americani e per il pollo ftitto; anticamente si otteneva quando si faceva il burro in casa lasciando inacidire i residui della lavorazione del burro stesso. Quello che risultava da questa trasformazione veniva infatti chiamato "latte del burro" ovvero "latticello". Per produrlo in casa si può lasciar inacidire del latte lasciandolo al caldo, oppure si può ovviare preparando una miscela con il 50% di latte e il 50% di yogurt bianco intero. Ma il sistema migliore per ottenere il vero latticello in casa consiste nel montare della panna fresca tanto da farla "impazzire". In meno di 10 minuti il burro si separa dalla sua parte liquida e si ottiene quindi il latticello (ad es. con una confezione di panna fresca da 250ml si ottengono circa 90 gr. di burro e 125 ml di latticello).

mercoledì 9 febbraio 2011

ciao Po

e soparttutto Adda...e Brembo, le cui passeggiate mi furono terapia


Testimoni della mia vita dal principio a qui

mi appresto ad andare alla terra strappata all'acqua.

Tu, protagonista assoluta della mia vita.

lunedì 7 febbraio 2011

Come sempre, salirai in macchina pieno di fiducia, senza chiederti dove stiamo andando né perchè.
Mi stupisce sempre il modo in cui ti affidi completamente a me, non credo ti faccia domande, sai che ovunque io ti porti sarà per il tuo bene, o comunque necessario.

Io torno a prenderti. E anche tu mi mancherai da morire, mio amico più fedele e sensibile.
Fai parte della nostra famiglia, ancora piccola, ancora giovane, ma tu ci sei e ci sarai.
é stato bello averti qui nella nostra casetta nuova, nella tua casetta nuova. Vedrai che te ne troverò un'altra che ti piacerà altrettanto o forse anche di più. Con tanto fiumi in cui fare il bagno, con tanti prati in cui correre iniseme, con tanti nuovi amici. Con tanti cigni, papere e animali nuovi da scoprire.

Mi macherà tanto sprofondarmi nel tuo pelo.
A presto tesoro mio.

martedì 25 gennaio 2011

Panettone... rapido (1 giorno circa)

Ho scelto questa ricetta che prevede una lievitazione in sole due fasi, invece delle classiche tre. é più veloce e sono soddisfatta del risultato.


Consiglio di cercare lo stampo prima del tempo perchè non è facile trovarlo.
Molti siti consigliano come costruirlo con la carta da forno, ma avevo paura si potesse rompere in cottura.
Potete usare un pentolino coi bordi molto alti se interamente di metallo, manico compreso.


INGREDIENTI
  • 650 g farina (500 gr "00" e 150 gr Manitoba)
  •  2 cubetti di lievito di birra fresco da 25g (oppure 2 bustine di Lievito di birra)
  • 200 g zucchero
  • 2 buste di Vanillina o 1 bottiglietta di aroma alla vanillina
  • 1 fialetta aroma limone
  • 1 fialetta aroma arancia
  • 1 cucchiaino raso di sale
  • 5 tuorli d'uovo
  • 200 g burro liquefatto
  • 200 ml latte tiepido (40°C)
  • 250 g uvetta (se si preferiscono anche i canditi, la quantità deve essere 200 gr uvetta, 140 gr canditi) o di gocce di cioccolato


PREPARAZIONE


Sciogliere il burro a bagnomaria.


In un grosso recipiente, setacciare le due farine, e unire tutti gli ingredienti (tranne le uvette e i canditi o le gocce di cioccolato)unendo il latte tipido a filo e mescolando.


Utilizzare una frusta elettrice (vedi nell'immagine sotto la "punta" a spirale da usare) per amalgamare bene il tutto, fino ad ottenere un impasto liscio e omogeneo.
Lavorare l'impasto sulla spianatoia infarinata a lungo, allungandolo, ri-appallottolandolo, picchiandolo (almeno 10 minuti).


Ora, mettere l'impasto in un contenitore, lasciarlo lievitare almeno 12 ore, finchè raddoppia, coperto con un canovaccio.
Per aiutarlo (è molto pesante perchè ci sono tutti gli ingredienti) e diminuire l'attesa di molto, l'ho messo nel forno acceso al minimo (il mio 60 gradi), spegnendolo appena andava in temperatura e riaccendendolo quando perdeva il calore. Più lievita in questa fase, migliore sarà il risultato.


Quando è raddoppiato, unire l'uvetta e i canditi precedentemente lavati e asciugati o le gocce di cioccolato.
Io ho fatto entrambi i tipi dividendo a metà l'impasto.
Imburrare e mettere la carta da forno nello stampo e mettere l'impasto riempiendone poco più di metà.
Spennellare con il tuorlo d'uovo e fare una croce in mezzo.
Fare lievitare nuovamente l'impasto per un'ora. Io ho usato il metodo del forno di nuovo.


Infornare a 170 gradi per un'ora, a seconda della dimensione (i miei panettoncini erano cotti in una mezz'ora).
Vale la prova dello stecchino.
Dopo un quarto d'ora si consiglia di coprire la superficie con carta d'alluminio per non farla bruciare, ma basta controllarli spesso e regolare la posizione nel forno.
le mie creatuuuure


Quando il panettone è cotto, bisogna farlo raffreddare a testa in giu per far sì che le uvette non restino tutte sul fondo. Sospeso con uno stuzzaicadente, senza che tocchi il tavolo.
Poi, una spolverata di zucchero a velo e buon appetito!!!!


lunedì 24 gennaio 2011

Ci siamo.
Ci siamo quasi.
tra due settimane parte lui, poi dopo un altro paio di settimane lo raggiungerò.
Iniziano a chiedermi se io sia pronta.
In realtà, non me lo sono mai chiesta. La cosa che adesso mi preoccupa di più è la separazione da lui, anche se breve, mi sembrerà infinita. E penso che avrò talmente tanta voglia di vederlo che mi ritroverò già scesa dall' aereo senza neanche accorgermi di eserci salita.
Ho voglia della mia nuova vita adesso. Non ho per niente paura. Ho voglia di scoprire dove abiterò, che colore avranno le pareti, se ci sarà profumo di salsedine aprendo le finestre. Ho voglia di vedere la festa della regina; non ho mai avuto una regina! Ho voglia di fare la spesa e scoprire nuovi sapori. E poi non vedo l'ora di iniziare a confondere l'italiano e l'inglese parlando. Io che parlo inglese?? Mi sembra una cosa impossibile, uno scoglio che non credevo avrei mai superato, invece adesso so che lo supererò e non so spiegare la sensazione.

"é l'imprevisto che aspetto, niente altro" Bobin.
Sono pronta!

giovedì 20 gennaio 2011

una guerra vinta o un nemico meglio mimetizzato?

Documentario: il corpo delle donne. Testo.

Le immagini televisive sono comunicazione, memoria, sapere ed educazione;  sono uno specchio per nascondere o deformare la realtà.La tv ha un potere incredibile: ruba, deturpa, mina il paesaggio della coscienza di tutti, ci toglie le fondamenta, ci dà un’idea di donna contraffatta , irreale.
Chi sono le donne? Cosa vogliono? Come vengono rappresentate dai mass media?
In tv e nei giornali i volti e i corpi delle donne sono stati occultati, si è persa la complessità del femminile; si propone invece un'unica natura femminile in contrapposizione a quella maschile. La donna presentata in tv deve accontentare e assecondare i presunti desideri maschili.
La donna è stata ridotta e si è autoridotta ad oggetto sessuale. Forse la donna non riesce a guardarsi allo specchio ed accettare se stessa così com’è.
Eppure essere autentici però è uno dei diritti fondamentali dell’uomo.
Le donne spesso hanno introiettato il modello maschile e non sanno più cosa vogliono veramente, si guardano l’un l’altra con occhio maschile; non a caso le pubblicità rivolte alle donne adottano un linguaggio seduttivo, come se dovessero proporsi ad un target maschile. 
Le donne sono sottoposte a una pressione continua sul dover essere belle.
Ma per quale motivo? Perchè il sistema funziona così!
I modelli di riferimento femminili sono tutti uguali: dalla politica, alla musica pop, allo sport, le donne importanti devono essere belle.

Le donne emancipate, se chiamate ad esporre il proprio pensiero come persone di cultura, devono porsi pubblicamente e dichiaratamente come oggetto del desiderio.
La femminilità diligente e studiosa , la percentuale elevata di donne che in ambito scolastico supera il rendimento dei maschi, una volta approdata nel mondo del lavoro sembra scomparire, anzi, alcune delle donne che a livello di istruzione erano tra le più promettenti “usano” il loro corpo e la loro capacità seduttiva come un prodotto da vendere nel mercato dello show business. Che l’obiettivo delle donne sia il successo o che sia il matrimonio il mezzo per riuscirvi sembra essere uno solo: l’avvenenza fisica; le donne “vincenti” usano il corpo come scorciatoia per ottenere un riconoscimento sociale. Si è fatto credere alle donne che il loro potere passi per l’esibizione disinvolta del proprio corpo; c’è il malinteso concetto per cui un essere umano che ha raggiunto la presunta liberazione dagli stereotipi possa usare i medesimi per divertirsi. Ma giocare con i simboli e con gli stereotipi presuppone una consapevolezza così potente e così granitica del gioco medesimo che è molto difficile non restarne scottati.
Molti programmi televisivi, reality e non, rappresentano donne come trepide aspiranti fidanzate e mogli, e in assoluto come membri di un volgarizzato harem, come docili (e nei confronti delle proprie simili, implacabili) esempi di una  femminilità antica. Il corteggiamento, il fidanzamento, il matrimonio in questi programmi sono proposti come l’obiettivo privilegiato dalle donne, conquista da sottrarre alle altre con tutte le armi a disposizione. La donna in tv è presentata come sposa o pornostar, altrimenti come isterica e rampante donna manager, o come perfida ammaliatrice. Nella realtà però, nella famiglia e nel lavoro l’ asimmetria di genere è un dato persistente:la cosiddetta parità invece che assicurare alle donne pari diritti garantisce loro il doppio lavoro, quello non retribuito a casa e quello fuori. 
La falsa immagine della donna vincente nel lavoro corrisponde ad una  percentuale di donne bassissima, in particolare in Italia. La donna rovinafamiglie enfatizzata dai film e contrapposta inevitabilmente alle donne che non rinunciano alla maternità per il lavoro semplicemente esiste in una percentuale trascurabile. Nella vita reale, al contrario, perdura il cosiddetto sex typing, la segregazione  orizzontale, che restringe l’occupazione femminile ad una rosa limitata di professioni; vi è poi la segregazione verticale, il cosiddetto “soffitto di cristallo” che ostacola l’accesso alle gerarchie aziendali.    
L’immagine della donna in tv è umiliante, il suo corpo è oggettivizzato; è scomparso il volto delle donne sopra i 40 anni perchè camuffato da una serie di interventi estetici che rendono l’immagine femminile stereotipata.
Le uniche donne che vengono presentate nella loro naturalezza o compaiono in programmi televisivi con bassa audience in tarda serata, oppure sono rappresentanti di una femminilità sguaiata e volgare, che si mettono in competizione con le donne più giovani .
Cosa si può fare di fronte alla dittatura della tv e dei media verso gli spettatori? Non è comunque sbagliato il sistema dei media in se stesso, compresa la rete Internet, perché non inventa niente e i suoi contenuti non fanno che riflettere il mondo reale, i simboli, le idee, i discorsi, i luoghi comuni, i pregiudizi e gli stereotipi ben installati nella vita quotidiana delle persone. Se mai contribuisce efficacemente a rinforzarli. La pubblicità e i mass media in genere non sono il luogo da cui scaturiscono gli stereotipi, essi  amplificano quegli stereotipi che già esistono. Non bisogna confondere mezzo e messaggio; ciò che conta è entrare nel mondo dei simboli per osservarli e riconoscerli, per renderli, forse e finalmente, innocui.  
Molti giornalisti, esperti, sociologi, opinionisti mettono sotto accusa le “nuove tecnologie”, computer, Playstation e telefonini in testa; eppure quel che avviene ha responsabilità più complesse e sottili, legate ad un’idea profonda del femminile che si distribuisce con modalità apparentemente innocue in centinaia di luoghi e di supporti. E quel che peggio è che questa “educazione” distorta viene impartita alle bambine fin dalla più tenera età. Si pensi alle eroine dei  fumetti, alle riviste per bambine, alla moda che vuole le bambine in minigonna e tanga, alla pubblicità che le dipinge come piccole cuoche, ai giocattoli che ripropongono alle bambine il vecchio armamentario della seduzione miniaturizzato, alle bambole sexy che rispecchiano e inducono i loro sogni: diventare madri, ballerine, estetiste, mogli di calciatori. Spesso poi sono le madri ad accettare acriticamente e a perpetuare i codici di costruzione di identità maschili e femminili stereotipati e discriminanti.


                                                                   di Lorella Zanardo

(Mi sono permessa di pubblicarequeste parole perchè questo documenatrio è davvero illuminante. Guardatelo.
spero di non fare torto a nessuno nel pubblicare questo testo e queste immagini, chiaramente non mie)

lunedì 13 dicembre 2010


Se Natale interessa solo a me, allora basta, non lo voglio più.
mi sembra di dover fare tutto quest'anno, è l'ultima volta per tutto, l'ultima santa lucia, l'ultima fiera dell'artigianato, l'ultima o'bej o'bej, l'ultima vigilia, l'ultima occasione di vedere Venezia, l'ultimo carnevale, le ultime settimane nella mia casa...ma perchè non lo capite?
 
Ogni anno cerco di riunire la Famiglia o almeno quello che ne rimane.
Ogni anno resto delusa, non è mai come me lo aspetto, non c'è l'atmosfera che desidero, quando qualcuno non me lo rovina con qualche scenata. Mi sento dare della vittima del consumismo.
Sarà così, sarà... Inizio  a chiedermi anch'io perchè continui ad importarmi tanto di una festa così stupida e crudele, visto che la metà delle volte finisce e risveglia amarezza. Mi sa che aveva ragione lei.
 
é che mi piace fare un regalo e un pensiero ad ogni persona a cui voglio bene. Mi piace l'idea che tutti coloro che amo quasi contemporaneamente ricevano una piccola ondata di calore.
Mi piace l'idea di trascorrere insieme una giornata di allegria, mi piace confidarmi con le lucine dell'albero che per tanti anni mi sono state di conforto.
Mi piace caricare tutto in macchina e disseminare sorprese segrete nei giardini delle persone importanti. Per me.
Mi piace scrutare il cielo aspettando Babbo Natale e la sua magica scia. Mi piace trovare sotto l'albero l'emozione dei bambini nel mio cuore. i piace immaginare tante persone diverse, in tante case diverse, in tante parti del mondo diverse, riunite nello stesso giorno con l'amore.
 
Che però spesso manca ed è l'ingrediente fondamentale.
Al mio papà e alla mia mamma... continuerò a sognare un Natale insieme per tutta la vita.

Focaccia pugliese

Ingredienti (per 6/8 persone)

250g farina di grano duro
350g farina 00
2 patate lesse e passate con lo schiacciapatate (in alternativa, usare mezza bustina di purè-un pugno-preparato soltanto con acqua) (senza patate, è la pasta per la pizza)
Olio
1 lievito di birra (25g)
1 pizzico di zucchero
Sale
Origano
Pomodorini ciliegini
Olive nere

Sale da mettere sopra la focaccia: utilizzo il sale grosso e lo pesto nel pestello


Preparazione

Setacciare i due tipi di farina sulla spianatoia e iniziare a impastarla con le mani.
Fare la fontana e mettere al centro le patate,. 1 cucchiaino scarso di zucchero e 2/3 cucchiaini d’olio, impastando con le mani. Aggiungere il lievito sbriciolandolo con le mani. Aggiungere acqua piano piano calda del rubinetto(mai bollente)e salata, quanto basta. Se nella lavorazione devo aggiungere farina, uso la 00.Impasto il tutto, lavorandola circa 10/15 minuti. La pasta è elastica.

Lascio riposare coperta da un canovaccio (fare sopra la pasta una croce leggera col coltello) e da una coperta per 1 ora/1 ora e mezza.
Nel frattempo, lavare bene i pomodorini immergendoli nell’acqua molto fredda.
Ungere la teglia con olio abbondante.
Stendere la pasta sottile (4 mm) e metterla nella teglia.
Aprire i pomodorino con le dita facendoli sgocciolare e schiacciarli sulla pasta, coprendone prima il perimetro. Mettere il sale grosso pestato, le olive(schiacciandole un po’),tantissimo olio e l’origano.
Punzecchio la pasta con una forchetta per fare penetrare l’olio Lasciarla riposare 30 minuti.
Cuocere in forno per circa 15 minuti alla temperatura massima.

Alternative:

  • rosmarino e olio
  • melanzane grigliata (olio aceto peperoncino prezzemolo aglio e riposano un giorno)
  • con la pasta avanzata posso fare le frittelle con la marmellata

perchè urliamo?

"Un giorno, un pensatore indiano fece la seguente domanda ai suoi discepoli:"Perché le persone gridano quando sono arrabbiate?""Gridano perché perdono la calma" rispose uno di loro."Ma perché gridare se la persona sta al suo lato?" disse nuovamente il pensatore."Bene, gridiamo perché desideriamo che l'altra persona ci ascolti" replicò un altro discepolo. E il maestro tornò a domandare: "Allora non è possibile parlargli a voce bassa?" Varie altre risposte furono date ma nessuna convinse il pensatore.


Allora egli esclamò: "Voi sapete perché si grida contro un'altra persona quando si è arrabbiati? Il fatto è che quando due persone sono arrabbiate i loro cuori si allontanano molto. Per coprire questa distanza bisogna gridare per potersi ascoltare. Quanto più arrabbiati sono tanto più forte dovranno gridare per sentirsi l'uno con l'altro. D'altra parte, che succede quando due persone sono innamorate? Loro non gridano, parlano soavemente. E perché?Perché i loro cuori sono molto vicini. La distanza tra loro è piccola. A volte sono talmente vicini i loro cuori che neanche parlano, solamente sussurrano. E quando l'amore è più intenso non è necessario nemmeno sussurrare, basta guardarsi. I loro cuori si intendono. E' questo che accade quando due persone che si amano si avvicinano."Infine il pensatore concluse dicendo: "Quando voi discuterete non lasciate che i vostri cuori si allontanino, non dite parole che li possano distanziare di più, perché arriverà un giorno in cui la distanza sarà tanta che non incontreranno mai più la strada per tornare."    
Il pensatore in questione è il grande Gandhi. "

giovedì 9 dicembre 2010

strade

Vi ho lasciato felice per aver capito che avrei avuto il coraggio di provare. Ora la vita mi mette alla prova davvero. Durante i giorni prima della partenza per il viaggetto per il colloquio del mio compagno, non volevo più sentire parlare di mulini, tulipani, canali e affini. Mi creava troppa ansia il pensiero di tutto questo.

Ma l'Olanda mi ha stupita. é bella. Molto bella.

Dal finestrino del treno guardavo il paesaggio chiedendomi se avrei potuto vedere quella terra come la mia Casa, prima o poi. Non è stato un viaggio da turista, ma un viaggio diverso, mai provato, alla ricerca di qualcosa da amare, di qualcosa per cui valesse la pena ritornare. Per sempre. O quasi.

Sto cambiando punto di vista. Su tanto, su tutto.
Visto come sta l'Italia, malata, sul punto di soccombere, adesso la scelta di andare all'estero mi sembra la cosa più normale e naturale del mondo. Guardo i miei amici, vedo per tutti maggiori prospettive fuori dall'Italia e li vedo trascinarsi nella routine e non capisco il motivo che li obbliga a non lasciare mai la strada in cui sono nati. Vedo dispiegarsi strade davanti a me, vite, persone e sono felice di constatare che la mia vita non sia un sentiero già segnato, ma in continuo evolversi, e anche la mia persona.

Ho scoperto di sapere valorizzare il bello o il brutto a seconda della necessità che la situazione impone. Forse ho imparato a vedere il bicchiere sempre mezzo pieno, così da trarre le potenzialità di ogni situazione nuova. Non sapevo di esserne capace. Ne sono orgogliosa. Non credevo di poter amare così. Sono orgogliosa anche di questo. Finalmente sono un po' orgogliosa di me. Spero che l'Olanda sia la mia opportunità.
E sono orgogliosa del mio compagno, felice di poter esplorare insieme. Ho scoperto che molti ci davano per morti per aver comprato casa insieme, casa, muri, stabilità, solidità che significano mai più cambiamenti, una scelta per sempre. Ma i muri sono oggetti, solo oggetti, è l'anima che non deve morire e deve avere la voglia di, loro vedevano segnato il nostro cammino, ma noi no.

sabato 4 dicembre 2010

Torta light al cioccolato

"Light" perchè senza burro e con un solo uovo, per altro facoltativo. Buonissima, molto soffice, vi stupirà!

INGREDIENTI

200g farina

1 e 1/2 biccheri di latte

1 uovo-facoltativo

70g cacao amaro

150g zucchero

1 bustina lievito Bertolini

1 bicchierino di ruhm

Mettere tutti gli ingredienti setacciato nel frullatore.
Versare in una teglia con carta da forno.
Cuocere in forno a 180 gradi per una ventina di minuti, ma controllatela che ogni forno è diverso.
Quando è fredda, polverizzate con zucchero a velo.

é una torta da gustare nel latte, se la volete più soffice, tagliatela a metà, bagnatela bene su entrambi i latti con una bagna al ruhm o ruhm e latte e farcite di panna montata.
Slurp!

Pasta per la pizza

INGREDIENTI

500-600g farina bianca 0  oppure 00
olio
1 cubetto e mezza di lievito di birra  fresco
sale
acqua
zucchero


Mettere la farina su una spianatoia. Aggiungere il lievito di birra precedentemente sciolto in un bicchiere di acqua calda, impastare. Aggiungere un filo d'olio abbondante, sale, 1 cucchiaino di zucchero e impastare.
Regolare con acqua, olio e farina la consistenza dell'impasto che deve essere liscio, omogeneo ed elastico.
Si deve staccare dalle pareti e avere una forma di palla.
Fare una croce sull'impasto, coprire con un panno e fare riposare in un luogo caldo.

Tradizionalmente l'impasto dovrebbe riposare 3 ore. In realtà, ciò dipende dalla temperatura dell'aria. D'estate 1 ora è sufficiente. D'inverno io lo metto vicino al calorifero per accorciare i tempi.
L'impasto è pronto quando è raddoppiato di volume. Al tatto, sis entono bolle d'aria al suo interno.

Lavorare con le mani l'impasto, stendere e condire a piacere.
Al posto della passata di pomodoro, io uso sempre un sughetto di pomodoro fatto con soffritto di cipolla, sale e poco dado. Dà molto più sapore.
Per la MARGHERITA, procedere con sugo, mozzarella a dadini e origano. Quando è cotta, aggiungere foglie di basilico e un filo d'olio extravergine di oliva.


Aggiungendo più lievito e più zucchero, la pizzalievita di più. Se preferita la piza più alta o più bassa regolare la quantità di questi due ingredienti.

Torta alle pere con gocce di cioccolato

Mmmh...buonissima!

INGREDIENTI

800g di Pere

3/4 di bustina di lievito per dolci (Pane degli Angeli è meglio)

1 cucchiaio di miele *

4 uova

140g zucchero

130g burro

200g farina

gocce di cioccolato

zucchero a velo


Sciogliere il burro a bagnomaria e montare gli albumi a neve ferma e soda.
Nel frattempo, mettere nel frullatore lo zucchero, il miele e i tuorli e montarli. Aggiungere il burro fuso e frullare. Aggiungere la farina e il lievito setacciati e frullare. Versare l'impasto in una terrina e amalgamare delicatamente gli albumi montati. Aggiungere i 3/4 delle pere lavate, sbucciate e tagliate a dadini e le gocce di cioccolato. Versare il composto in una teglia ricoperta da carta da forno o imburrata e infarinata.
Creare delle listarelle con le pere rimaste e disporle come decorazione.
Cuocere a 180 gradi.
Indicativamente il tempo di cottura si aggira sui 40 minuti, ma dipende molto dal forno, bisogna tenere controllato il dolce.
Sfornare e quando è freddo spolverare di zucchero a velo.




* è bene aggiungere il miele a tutti i dolci non per il suo sapore, ma per il bel colore giallo che conferisce all'impasto

lunedì 8 novembre 2010

La tulipe noire

La nostra casetta...
 l'abbiamo sistemata, arredata, con tanto amore e cura di ogni dettaglio.

E la scorsa settimana arriva la notizia: il mio ragazzo ha trovato un ottimo lavoro in olanda. Io lo prego di accettare, voglio sostenerlo e non voglio sbattere la porta in faccia ad un'occasione. Treni importanti ne passano pochi nella vita.
E da qui inizia la mia frenetica ricerca di notizie sull'olanda, notizie che possano sembrarmi conferme della scelta presa perchè, si sa, la paura un po' c'è.
Sono delusa dall'Italia, sono stanca, da troppi punti di vista.
Ci sono troppe cose che non mi piacciono più, non vedo possibilità lavorativa, non vedo apertura mentale, non vedo molte possibilità di arricchimento culturale e crescita personale.

"In Olanda ci sono poche regole, ma le poche vengono rispettate".

In Italia ci sono una marea di regole e bigottismi, ma nessuna o quasi di queste viene rispettata, o meglio, è solo una facciata.
In Italia siamo furbi a riempirci le tasche di sacchetti se sono gratis, in Italia è intelligente chi trova il sistema di evadere le tasse, in Italia eleggiamo politici che hanno tresche con le 18enni perchè non abbiamo nessuno di meglio da votare.
In Italia sei fortunato a trovare un lavoro al di sotto delle tue capacità e sottopagato, perchè almeno "tu hai un lavoro".
In Italia sei scaltro se ricevi una raccomandazione  e pure fortunato.

Amo il mio paese, ma ormai ha tolto la speranza a noi giovani.

Se avete notizie qualsiasi dell'Olanda, scrivetemi!

Mi serve di nuovo un sogno.E dire che ne ho così tanti nella testa...

Ora ancora non so che faremo. Ma sono contenta perchè so che avremmo avuto il coraggio di provarci.

venerdì 29 ottobre 2010

La giornata inizia storta, cercherò di darle una svolta

Voi siete nati insieme e insieme starete per sempre.
Starete insieme quando le bianche ali della morte disperderanno i vostri giorni.
E insieme nella silenziosa memoria di dio.
Ma vi sia spazio nella vostra unione, e tra voi danzino i venti dei cieli.
Amatevi l’un l’altro, ma non fatene una prigione d’amore:
piuttosto vi sia un moto di mare tra le sponde delle vostre anime.
Riempitevi l’un l’altro le coppe, ma non bevete da un’unica coppa.
Datevi sostentamento reciproco, ma non mangiate dello stesso pane.
Cantate e danzate insieme e state allegri, ma ognuno di voi sia solo,
come sole sono le corde del liuto, benché vibrino di musica uguale.
Donatevi il cuore, ma l’uno non sia di rifugio all’altro,
poiché solo la mano della vita può contenere i vostri cuori.
E siate uniti, ma non troppo vicini,
le colonne del tempio se ergono distanti,
e la quercia e il cipresso non crescono
l’una all’ombra dell’altro”.
Gibran

Amare non è guardarsi negli occhi
ma guardare insieme nella stessa direzione

(il Piccolo Principe)

giovedì 16 settembre 2010


Quando mi hanno comunicato che sarebbe arrivato un cucciolo, ho reagito in maniera tanto distaccata e cinica che la mia famiglia deve aver creduto che non volessi piu’ cani.
In effetti, dopo la morte di Sitka, avevo tanta voglia quanta paura di amare un altro cucciolo. Credo che in ogni forte passione che abbia causato dolore si crei questa diatriba interiore tra brama e terrore, e quest’ultimo cresce proporzionalmente al primo: piu’ desideriamo ciò che ci ha già colpito, piu’ lo temiamo.E nascondiamo tutto grazie al cinismo mascherato di realismo.
Credo sia il meccanismo per cui gli anziani spesso sono meno sognatori dei fanciulli, anche se personalmente provo piu’ stima per coloro che riescono a sottrarsi a questo semplice ritrovato difensivo.
Quella sera, quindi, mi sono rintanata nel mio lettuccio molto presto perché temevo che qualcuno potesse udire i battiti del mio cuore impazzito.Neanch’io, o forse solo io, non volevo sentirli, ma piu’ cercavo di dormire piu’ il mio organo suonava e faceva fracasso finché, indomabile, mi ha costretta ad ammettere che un pochino mi rendeva allegra l’idea di un cane. Era Felicità Pura.
Ho assistito, mio malgrado, alla festa fino all’alba, incapace di dormire. Anche i pensieri avevano iniziato a danzare e piroettare e decisi finalmente di lasciarmi andare e godermi lo spettacolo.
La mattina successiva fu interminabile. Miscela di angoscia e desiderio.
Il piccolo sarebbe arrivato con mia mamma al termine dell’orario lavorativo consueto. Avrei potuto benissimo decidere di andare a prenderlo io stessa ponendo fine all’attesa sfibrante, ma avevo abbassato appena un poco la maschera di cinismo con me stessa e non me la sentivo di toglierla del tutto.Ho trascorso ore camminando avanti e indietro, come un padre fuori dalla sala parto. Sapevo che ogni vita che si aggiunge alla famiglia, indipendentemente dal numero di zampe, comporta un forte cambiamento nella propria routine, se lo si accoglie come merita. Non che fosse questo a spaventarmi. Immaginavo il cucciolo senza volerlo raffigurare. Non era Sitka, forse questo mi avrebbe delusa. Non ci conoscevamo, forse non saremmo diventati amici. Ogni animale ha il proprio carattere. E poi come chiamarlo? Probabilmente avrebbe pianto le prime notti. Avrebbe sporcato in casa. Sarebbe stato necessario insegnargli tutto.
Finalmente il rumore della chiave che gira nella serratura interrompe il flusso discontinuo dei miei pensieri.
Il cuore aveva iniziato di nuovo il suo concerto; con ostentata indifferenza e lentezza mi avviai verso l’ingresso.
Un orsacchiotto pelosissimo, morbido e stupendo era in braccio a mia mamma.
Si girò verso di me e, sopra un musino nero dalle proporzioni perfette, brillavano occhietti acuti e ingenui.
FRAM nell’istante in cui ho incrociato il suo sguardo
FRAM fracassata a terra la mia preziosa maschera.
Ho sentito aprirsi qualcosa, liquefarsi qualcosa d’altro e una gioia così intensa da stordire: ho abbracciato il mio cucciolo e da allora viviamo senza sciogliere quell’abbraccio.
Non potremmo “essere” senza.