venerdì 18 marzo 2011

Eh no, ora scoppio! Cronaca.

Iniziamo dalla notizia che ha meno attinenza delle altre.
Ieri, 17 marzo 2011, si celebrano i 150 anni per l'Unità d'Italia.
Direi che con tutto ciò che sta accadendo in Italia e nel mondo, ci sia molto poco da festeggiare. Ma gli italiani sono facili a dimenticare se si prospetta loro un giorno di ferie in più. Mi pare che molti abbiano già dimenticato che questo giorno verrà detratto dalle ferie abituali e che non è un regalo. Ma cade di giovedì, per molti si prospetta un bel ponte, e, si sa il calendario 2011 è così avaro di ponti che vale la pena scendere in piazza a sbandierare il tricolore e , perchè no?, a cantare l'Inno di Mameli che dopo la mirabile parafrasi di Benigni ha riacquistato tanta popolarità da farci dimenticare il Bunga Bunga, il terremoto, le centrali nucleari e da far passare in sordina lo scicallaggio scandaloso dell'Alitalia verso i nostri connazionali. Dunque Viva l'Italia! e che prolifichino le bandiere appese alle finestre! D'altra parte persino Obama è stato cosi magnanimo da dichiarare questo giorno Festa dell'Unità italiana di fronte ai propri connazionali. Ciò basti a renderlo un "grande"; almeno, questo è il commento che ho sentito.

Terremoto del Giappone. Prima di tutto, profondo rispetto per la calma e la dignità infinita dei giapponesi. Nessuna scena di disperazione, di panico. E per averci dimostrato che le misure antisismiche funzionano e servono. E pure in Italia molti morti si sarebbero potuti evitare. Ma sì, tanto noi sbandieriamo il tricolore!
A questo proposito, vi mando alcuni link che vi chiedo per favore di guardare e di leggere:
http://www.youtube.com/watch?v=gmRP_TwXdy0

http://www.ecologiae.com/trivia-quiz-tsunami-e-altri-eventi-naturali/1377/

Ditemi cosa ne pensate. Su questo non mi esprimo anche se mi pare un'ipotesi verosimile. Il tutto per me è nato dalla domanda sul motivo di tanti tsunami in questo momento storico, quando non mi risulta che nella storia ci siano stati fenomeni del genere, o almeno, non così frequenti.
Chiedendomi quanta verità ci sia in questi video ci sto perdendo le notti. Ma vedo che quando posto la questione nessuno mi da retta. Come sempre, chiudiamo gli occhi- e poi mi chiedono come potevano così tante persone fare finta di nulla all'epoca dei campi di concentramento. Probabilmente festeggiavano il ponte di qualche festa.

Infine, giungiamo allo scandaloso sciacallaggio Alitalia, che ha chiesto 5000 euro per un biglietto Giappone -Italia. Vale a dire, condannare a morte le persone intrappolate là dove la situazione delle centrali nucleari è così instabile e pericolosa. Bisognerebbe fare evacuare più persone possibile, aerei gratis, secondo me. Parliamo di vite umane.
http://www.repubblica.it/esteri/2011/03/16/news/ritorno_in_aereo_degli_italiani-13674494/
Ma sì, in fondo a noi finchè non toccano il nostro orticello che ci importa delle vite altrui? Di fronte a migliaia di vite spazzate via dalle varie guerre non è forse vero che ci destabilizziamo un minimo solo quando arriva la notizia che è morto un italiano? e ogni volta mi chiedo: non vi importa niente delle migliaia di civili solo perchè sono di un'altra nazionalità?
Ma si sa, i giorni della memoria sono fatti apposta per celebrare queste vittime, il prossimo anno faremo un minuto di silenzio, ora cantiamo il nostro inno.

sabato 12 marzo 2011

Amstelveen

Sei stata la nostra prima "casa" olandese; è passato solo un mese, ma quanto tempo può sembrare un mese?
Mi sembrano familiari le tue strade, i volti delle persone, pensa, io qui avevo già il "mio" airone, la mia piccola routine. Conosco gli scaffali dei prodotti al supermercato, sono diventata più veloce a leggerne le etichette, ho fatto la tessera. So dove trovare i mezzi pubblici e quando. Ne conosco il colore.
Ho iniziato a chiamare "casa" la nostra stanza. Più volte mi sono trattenuta dall'abbellirla, sapendo che è una sistemazione temporanea.

C'è un po' di malinconia, quella che ti accompagna ogni volta che lasci un posto che ti ha reso felice e che ti sta diventando caro. Non pensavo sarebbe stato possibile in così poco tempo e in una città che, in sè, non ha molto di speciale. Ma lo sei stata per me.
Grazie Amstelveen.
Ciao caro airone che mi hai strappato il mio primo sorriso il mio primo giorno qui da sola. Mi hai fattio compagnia, nei miei pensieri, nelle mie fantasie.

giovedì 10 marzo 2011

auguri a te...ma serve a tutti noi

Quando scoprirai quel che vuoi essere nella tua vita,
fa in modo di farlo come se l'Onnipotente t'avesse chiamato
in questo particolare momento della storia per farlo.
Non far soltanto in modo di fare un buon lavoro.
Fa in modo di fare un tale lavoro che i viventi, i trapassati
e i non ancora nati non possano far di meglio.

Se ti capita in sorte d'essere uno spazzino,
spazza le strade come Michelangelo dipingeva quadri,
spazza le strade come Beethoven componeva musica,
spazza le strade come Leontyne Price cantava all'opera,
spazza le strade come Shakespeare scriveva poemi.
Spazza le strade così bene che tutti in Paradiso e in terra
debbano fare una pausa e dire:
Qui visse un grande spazzino che fece davvero bene il suo lavoro.

Se non puoi essere un pino sulla cima della collina,
sii una saggina nella valle,
ma sii la migliore piccola saggina
sul crinale della collina.

Se non puoi essere un albero,
sii un cespuglio.
Se non puoi essere una via maestra
sii un sentiero.
Se non puoi essere il sole,
sii una stella.

Perchè non è per via delle dimensioni
che si ha successo o si fallisce.
Sii il meglio di qualsiasi cosa tu sia.
-M.L. King-

Dank Nederland!

Da quando sono qui, ogni giorno ho la sensazione di essere al posto giusto, al momento giusto.passano cosi tanti treni che non so su quale salire, non vorrei farmene scappare nemmeno uno.
Wow...

martedì 8 marzo 2011

AUGURI MAMME,ZIE,AMICHE,CUGINE,SORELLE,NONNE,AMANTI,MOGLI,FIDANZATE,SINGLE..!!!!!!!!!!!!!!

AUGURI A TUTTE LE DONNE!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Non ho capito se anche in Olanda si usa regalare la mimosa o no...
é uno dei miei fiori preferiti: giallo, come il sole, allegro, vivace, semplice, come tutto ciò che è bello, profumato, da inebriare con un mazzetto tutta la casa.
viva la mimosa!!!!!!!!!!!!
e mi raccomando, non riducetevi stasera a prendervi l'unico giorno di libertà dell'anno, non rendiamo questa festa un'altra concessione maschile, non mettetevi al loro livello godendo di spogliarelli o cose squallide del genere... Valiamo molto di più donne!!!!!!!!!!!!


DA WIKIPEDIA (http://it.wikipedia.org/wiki/Giornata_internazionale_della_donna)

Il «Woman's Day» negli Stati Uniti (1908-1909)
Clara Zetkin
Nel VII Congresso della II Internazionale socialista, tenuto a Stoccarda dal 18 al 24 agosto 1907, nel quale erano presenti 884 delegati di 25 nazioni - tra i quali i maggiori dirigenti socialisti del tempo, come i tedeschi Rosa Luxemburg, Clara Zetkin, August Bebel, i russi Lenin e Martov, il francese Jean Jaurès - vennero discusse tesi sull’atteggiamento da tenere in caso di una guerra europea, sul colonialismo e anche sulla questione femminile e sulla rivendicazione del voto alla donne.
Su quest'ultimo argomento il Congresso votò una risoluzione nella quale si impegnavano i partiti socialisti a «lottare energicamente per l’introduzione del suffragio universale delle donne», senza «allearsi con le femministe borghesi che reclamano il diritto di suffragio, ma con i partiti socialisti che lottano per il suffragio delle donne». Due giorni dopo, dal 26 al 27 agosto, fu tenuta una Conferenza internazionale delle donne socialiste, alla presenza di 58 delegate di 13 paesi, nella quale si decise la creazione di un Ufficio di informazione delle donne socialiste: Clara Zetkin fu eletta segretaria e la rivista da lei redatta, Die Gleichheit (L’uguaglianza), divenne l’organo dell’Internazionale delle donne socialiste.
Non tutti condivisero la decisione di escludere ogni alleanza con le «femministe borghesi»: negli Stati Uniti, la socialista Corinne Brown scrisse, nel febbraio del 1908 sulla rivista The Socialist Woman, che il Congresso non avrebbe avuto «alcun diritto di dettare alle donne socialiste come e con chi lavorare per la propria liberazione». Fu la stessa Corinne Brown a presiedere, il 3 maggio 1908, causa l’assenza dell’oratore ufficiale designato, la conferenza tenuta ogni domenica dal Partito socialista di Chicago nel Garrick Theater: quella conferenza, a cui tutte le donne erano invitate, fu chiamata «Woman’s Day», il giorno della donna. Si discusse infatti dello sfruttamento operato dai datori di lavoro ai danni delle operaie in termini di basso salario e di orario di lavoro, delle discriminazioni sessuali e del diritto di voto alle donne.
Quell’iniziativa non ebbe un seguito immediato, ma alla fine dell'anno il Partito socialista americano raccomandò a tutte le sezioni locali «di riservare l’ultima domenica di febbraio 1909 per l’organizzazione di una manifestazione in favore del diritto di voto femminile». Fu così che negli Stati Uniti la prima e ufficiale giornata della donna fu celebrata il 28 febbraio 1909.

[modifica] La Conferenza di Copenaghen (1910)

Aleksandra Kollontaj
Il lunghissimo sciopero, che vide protagoniste più di 20.000 camiciaie newyorkesi, durato dal 22 novembre 1908 al 15 febbraio 1909, fu considerato, nel Woman's Day tenuto a New York il successivo 27 febbraio, come una manifestazione che univa le rivendicazioni sindacali a quelle politiche relative al riconoscimento del diritto di voto femminile. Le delegate socialiste americane, forti dell'ormai consolidata affermazione della manifestazione della giornata della donna, decisero pertanto di proporre alla seconda Conferenza internazionale delle donne socialiste, tenutasi nella Folkets Hus (Casa del popolo) di Copenaghen dal 26 al 27 agosto 1910 - due giorni prima dell'apertura dell'VIII Congresso dell'Internazionale socialista - di istituire una comune giornata dedicata alla rivendicazione dei diritti delle donne.
Negli ordini del giorno dei lavori e nelle risoluzioni approvate in quella Conferenza non risulta che le 100 donne presenti in rappresentanza di 17 paesi abbiano istituito una giornata dedicata ai diritti delle donne: risulta però nel Die Gleichheit, redatto da Clara Zetkin, che una mozione per l'istituzione della Giornata internazionale della donna fosse «stata assunta come risoluzione».
Mentre negli Stati Uniti continuò a tenersi l'ultima domenica di febbraio, in alcuni paesi europei - Germania, Austria, Svizzera e Danimarca - la giornata della donna si tenne per la prima volta il 19 marzo 1911[1] su scelta del Segretariato internazionale delle donne socialiste. Secondo la testimonianza di Aleksandra Kollontaj, quella data fu scelta perché, in Germania, «il 19 marzo 1848 durante la rivoluzione il re di Prussia dovette per la prima volta riconoscere la potenza di un popolo armato e cedere davanti alla minaccia di una rivolta proletaria. Tra le molte promesse che fece allora e che in seguito dimenticò, figurava il riconoscimento del diritto di voto alle donne». In Francia la manifestazione si tenne il 18 marzo 1911, data in cui cadeva il quarantennale della Comune di Parigi[2].
Non fu però ripetuta tutti gli anni, né celebrata in tutti i paesi: in Russia si tenne per la prima volta a San Pietroburgo solo nel 1913, il 3 marzo, su iniziativa del Partito bolscevico, con una manifestazione nella Borsa Kalašaikovskij, e fu interrotta dalla polizia zarista che operò numerosi arresti. In Germania, dopo la celebrazione del 1911, fu ripetuta per la prima volta l'8 marzo 1914, giorno d'inizio di una «settimana rossa» di agitazioni proclamata dai socialisti tedeschi, mentre in Francia si tenne con una manifestazione organizzata dal Partito socialista a Parigi il 9 marzo 1914.

[modifica] L'8 marzo 1917

Le celebrazioni furono interrotte dalla Prima guerra mondiale in tutti i paesi belligeranti, finché a San Pietroburgo, l'8 marzo 1917 - il 23 febbraio secondo il calendario giuliano allora in vigore in Russia - le donne della capitale guidarono una grande manifestazione che rivendicava la fine della guerra: la fiacca reazione dei cosacchi inviati a reprimere la protesta incoraggiò successive manifestazioni di protesta che portarono al crollo dello zarismo, ormai completamente screditato e privo anche dell'appoggio delle forze armate, così che l'8 marzo 1917 è rimasto nella storia a indicare l'inizio della «Rivoluzione russa di febbraio». Per questo motivo, e in modo da fissare un giorno comune a tutti i Paesi, il 14 giugno 1921 la Seconda conferenza internazionale delle donne comuniste, tenuta a Mosca una settimana prima dell’apertura del III congresso dell’Internazionale comunista, fissò all'8 marzo la «Giornata internazionale dell'operaia».
In Italia la Giornata internazionale della donna fu tenuta per la prima volta soltanto nel 1922, per iniziativa del Partito comunista d'Italia, che volle celebrarla il 12 marzo, in quanto prima domenica successiva all'ormai fatidico 8 marzo. In quei giorni fu fondato il periodico quindicinale Compagna, che il 1º marzo 1925 riportò un articolo di Lenin, scomparso l'anno precedente, che ricordava l'8 marzo come Giornata internazionale della donna, la quale aveva avuto una parte attiva nelle lotte sociali e nel rovesciamento dello zarismo.
La connotazione fortemente politica della Giornata della donna, l’isolamento politico della Russia e del movimento comunista e, infine, le vicende della Seconda guerra mondiale, contribuirono alla perdita della memoria storica delle reali origini della manifestazione. Così, nel dopoguerra, cominciarono a circolare altre versioni, secondo le quali l’8 marzo avrebbe ricordato la morte di centinaia di operaie nel rogo di una fabbrica di camicie a New York, facendo probabilmente confusione con una tragedia realmente verificatasi in quella città il 25 marzo 1911, l’incendio della fabbrica Triangle, nella quale morirono 146 lavoratori, in gran parte giovani donne immigrate dall'Europa. Altre versioni citavano la violenta repressione poliziesca di una manifestazione sindacale di operaie tessili tenutasi a New York nel 1857,[3] mentre altre ancora riferivano di scioperi o incidenti verificatesi a Chicago, a Boston o a New York.
Nonostante le ricerche effettuate da diverse femministe tra la fine degli anni '70 e gli '80 abbiano dimostrato l'erroneità di queste ricostruzioni, le stesse sono ancora diffuse sia tra i mass media che nella propaganda delle organizzazioni sindacali.[4][5][6][7]

[modifica] Compare la mimosa

Manifestazione femminista
Nel settembre del 1944 si creò a Roma l’UDI, Unione Donne in Italia, per iniziativa di donne appartenenti al PCI, al PSI, al Partito d'Azione, alla Sinistra Cristiana e alla Democrazia del Lavoro e fu l’UDI a prendere l’iniziativa di celebrare, l’8 marzo 1945, le prime giornate della donna nelle zone dell’Italia libera, mentre a Londra veniva approvata e inviata all'ONU una Carta della donna contenente richieste di parità di diritti e di lavoro. Con la fine della guerra, l'8 marzo 1946 fu celebrato in tutta l'Italia e vide la prima comparsa del suo simbolo, la mimosa, che fiorisce proprio nei primi giorni di marzo, secondo un'idea di Teresa Noce [8], Rita Montagnana e di Teresa Mattei.[9]
Negli anni del 1950, anni di guerra fredda e del ministero Scelba, distribuire in quel giorno la mimosa o diffondere Noi donne, il mensile dell'Unione Donne Italiane (UDI), divenne un gesto «atto a turbare l’ordine pubblico», mentre tenere un banchetto per strada diveniva «occupazione abusiva di suolo pubblico».[10] Nel 1959 le parlamentari Pina Palumbo, Luisa Balboni e Giuliana Nenni presentarono una proposta di legge per rendere la giornata della donna una festa nazionale, ma l'iniziativa cadde nel vuoto.
Il clima politico migliorò nel decennio successivo, ma la ricorrenza continuò a non ottenere udienza nell'opinione pubblica finché, con gli anni settanta, in Italia apparve un fenomeno nuovo: il movimento femminista.

[modifica] Il femminismo

Exquisite-kfind.pngPer approfondire, vedi la voce femminismo.

La polizia carica un corteo femminista
L'8 marzo 1972 la manifestazione della festa della donna si tenne a Roma in piazza Campo de' Fiori: vi partecipò anche l'attrice americana Jane Fonda, che pronunciò un breve discorso di adesione, mentre un folto reparto di polizia era schierato intorno alla piazza nella quale poche decine di manifestanti inalberavano cartelli con scritte inconsuete e «scandalose»: «Legalizzazione dell'aborto», «Liberazione omosessuale», «Matrimonio = prostituzione legalizzata», e veniva fatto circolare un volantino che chiedeva che non fossero «lo Stato e la Chiesa ma la donna ad avere il diritto di amministrare l'intero processo della maternità». Quelle scritte sembrarono intollerabili, perché la polizia caricò, manganellò e disperse le manifestanti.[11]
Il 1975 fu designato come "Anno Internazionale delle Donne" dalle Nazioni Unite e l'8 marzo le organizzazioni femminili celebrarono in tutto il mondo proprio la giornata internazionale della donna, con manifestazioni che onoravano gli avanzamenti della donna e ricordavano la necessità di una continua vigilanza per assicurare che la loro uguaglianza fosse ottenuta e mantenuta in tutti gli aspetti della vita civile. A partire da quell'anno anche le Nazioni Unite riconobbero nell'8 marzo la giornata dedicata alla donna.
Due anni dopo, nel dicembre 1977, l'Assemblea generale delle Nazioni Unite adottò una risoluzione proclamando una «giornata delle Nazioni Unite per i diritti della donna e la pace internazionale» da osservare dagli stati membri in un qualsiasi giorno dell'anno, in accordo con le tradizioni storiche e nazionali di ogni stato. Adottando questa risoluzione, l'Assemblea riconobbe il ruolo della donna negli sforzi di pace e riconobbe l'urgenza di porre fine a ogni discriminazione e di aumentare gli appoggi a una piena e paritaria partecipazione delle donne alla vita civile e sociale del loro paese.

domenica 6 marzo 2011

Mi piace il cielo d'Olanda perchè è infinito.
Non ci sono monti, colline, case, industrie a spezzare lo sguardo.
é infinito come il mare.