martedì 24 maggio 2011

il miracolo della vita

è che io tutte le volte che ci penso inizio a piangere...ormai sono tre giorni che è così...

d'altra parte.. alla maturità ero dietro di te...ci sono delle canzoni che mi ricordano le tue confidenze sul tuo primo amore...ero nel letto vicino al tuo la notte  dopo che vi siete lasciati...non ho dormito la notte prima della tua laurea.. e quando ho visto lui, mi ricordo che ho subito capito che era l'uomo della tua vita..e mi ricordo le tue ansie...e le separazioni in centrale...e la tua gioia..ho pianto come una pazza nel bagno del ristorante al tuo matrimonio...ero lì, alla tua destra mentre dicevi sì...

wow...sei partita...

il viaggio della tua vita che non dimenticherai mai più..chissà quante volte racconterai a lui di questo giorno!e se penso che quando leggerai queste parole lui sarà già vicino a te...wow...da domani niente sarà come prima. sarà più bello.
 questi mille km non bastano a separarmi da te...piango piango piango...sono commossa, felice e stupita...
in bocca al lupo....

sempre al tuo fianco.

domenica 22 maggio 2011

un Tulipano nero

Ogni parola ha un preciso significato. Non si possono confondere le parole, le cose, le emozioni. La parola è tutto per noi uomini. Sceglierne di usare una o l'altra non è indifferenza, indica sempre qualcosa.
Nessuno si è mai sbagliato chiamando Tulipano uno stelo di cicoria. Allo stesso modo, non si può usare la parola Amico sempre, indifferentemente, casualmente. é una parola bella, preziosa, che indica una rarità più introvabile di un tulipano, ecco, da scovare e ricercare come un tulipano nero.

Non si può permettere alla cattiveria del mondo di ferire chi amiamo e premiarli con la parola Amico.

venerdì 6 maggio 2011

Favole Classiche - Esopo - Il contadino, il figlio e l'asino

Un vecchio faceva il cammino con il figlio giovinetto. Il padre e il figlio avevano un unico piccolo asinello: a turno venivano portati dall'asino ed alleviavano la fatica del percorso. Mentre il padre veniva portato e il figlio procedeva con i suoi piedi, i passanti li schernivano: "Ecco," dicevano "un vecchietto moribondo e inutile, mentre risparmia la sua salute, fa ammalare un bel giovinetto". Il vecchio saltò giù e fece salire al suo posto il figlio suo malgrado. La folla dei viandanti borbottò: "Ecco, un giovinetto pigro e sanissimo, mentre indulge alla sua pigrizia, ammazza il padre decrepito". Egli, vinto dalla vergogna, costringe il padre a salire sull'asino.

Così sono portati entrambi dall'unico quadrupede: il borbottìo dei passanti e l'indignazione si accresce, perché un unico piccolo animale era montato da due persone. Allora parimenti padre e figlio scendono e procedono a piedi  con l'asinello libero. Allora sì che si sente lo scherno e il riso di tutti: "Due asini, mentre risparmiano uno, non risparmiano se stessi". Allora il padre disse: "Vedi figlio: nulla è approvato da tutti; ora ritorneremo al nostro vecchio modo di comportarci".


da: http://www.paroledautore.net/fiabe/classiche/esopo/contadino_figlio_asino.htm