lunedì 13 dicembre 2010


Se Natale interessa solo a me, allora basta, non lo voglio più.
mi sembra di dover fare tutto quest'anno, è l'ultima volta per tutto, l'ultima santa lucia, l'ultima fiera dell'artigianato, l'ultima o'bej o'bej, l'ultima vigilia, l'ultima occasione di vedere Venezia, l'ultimo carnevale, le ultime settimane nella mia casa...ma perchè non lo capite?
 
Ogni anno cerco di riunire la Famiglia o almeno quello che ne rimane.
Ogni anno resto delusa, non è mai come me lo aspetto, non c'è l'atmosfera che desidero, quando qualcuno non me lo rovina con qualche scenata. Mi sento dare della vittima del consumismo.
Sarà così, sarà... Inizio  a chiedermi anch'io perchè continui ad importarmi tanto di una festa così stupida e crudele, visto che la metà delle volte finisce e risveglia amarezza. Mi sa che aveva ragione lei.
 
é che mi piace fare un regalo e un pensiero ad ogni persona a cui voglio bene. Mi piace l'idea che tutti coloro che amo quasi contemporaneamente ricevano una piccola ondata di calore.
Mi piace l'idea di trascorrere insieme una giornata di allegria, mi piace confidarmi con le lucine dell'albero che per tanti anni mi sono state di conforto.
Mi piace caricare tutto in macchina e disseminare sorprese segrete nei giardini delle persone importanti. Per me.
Mi piace scrutare il cielo aspettando Babbo Natale e la sua magica scia. Mi piace trovare sotto l'albero l'emozione dei bambini nel mio cuore. i piace immaginare tante persone diverse, in tante case diverse, in tante parti del mondo diverse, riunite nello stesso giorno con l'amore.
 
Che però spesso manca ed è l'ingrediente fondamentale.
Al mio papà e alla mia mamma... continuerò a sognare un Natale insieme per tutta la vita.

Focaccia pugliese

Ingredienti (per 6/8 persone)

250g farina di grano duro
350g farina 00
2 patate lesse e passate con lo schiacciapatate (in alternativa, usare mezza bustina di purè-un pugno-preparato soltanto con acqua) (senza patate, è la pasta per la pizza)
Olio
1 lievito di birra (25g)
1 pizzico di zucchero
Sale
Origano
Pomodorini ciliegini
Olive nere

Sale da mettere sopra la focaccia: utilizzo il sale grosso e lo pesto nel pestello


Preparazione

Setacciare i due tipi di farina sulla spianatoia e iniziare a impastarla con le mani.
Fare la fontana e mettere al centro le patate,. 1 cucchiaino scarso di zucchero e 2/3 cucchiaini d’olio, impastando con le mani. Aggiungere il lievito sbriciolandolo con le mani. Aggiungere acqua piano piano calda del rubinetto(mai bollente)e salata, quanto basta. Se nella lavorazione devo aggiungere farina, uso la 00.Impasto il tutto, lavorandola circa 10/15 minuti. La pasta è elastica.

Lascio riposare coperta da un canovaccio (fare sopra la pasta una croce leggera col coltello) e da una coperta per 1 ora/1 ora e mezza.
Nel frattempo, lavare bene i pomodorini immergendoli nell’acqua molto fredda.
Ungere la teglia con olio abbondante.
Stendere la pasta sottile (4 mm) e metterla nella teglia.
Aprire i pomodorino con le dita facendoli sgocciolare e schiacciarli sulla pasta, coprendone prima il perimetro. Mettere il sale grosso pestato, le olive(schiacciandole un po’),tantissimo olio e l’origano.
Punzecchio la pasta con una forchetta per fare penetrare l’olio Lasciarla riposare 30 minuti.
Cuocere in forno per circa 15 minuti alla temperatura massima.

Alternative:

  • rosmarino e olio
  • melanzane grigliata (olio aceto peperoncino prezzemolo aglio e riposano un giorno)
  • con la pasta avanzata posso fare le frittelle con la marmellata

perchè urliamo?

"Un giorno, un pensatore indiano fece la seguente domanda ai suoi discepoli:"Perché le persone gridano quando sono arrabbiate?""Gridano perché perdono la calma" rispose uno di loro."Ma perché gridare se la persona sta al suo lato?" disse nuovamente il pensatore."Bene, gridiamo perché desideriamo che l'altra persona ci ascolti" replicò un altro discepolo. E il maestro tornò a domandare: "Allora non è possibile parlargli a voce bassa?" Varie altre risposte furono date ma nessuna convinse il pensatore.


Allora egli esclamò: "Voi sapete perché si grida contro un'altra persona quando si è arrabbiati? Il fatto è che quando due persone sono arrabbiate i loro cuori si allontanano molto. Per coprire questa distanza bisogna gridare per potersi ascoltare. Quanto più arrabbiati sono tanto più forte dovranno gridare per sentirsi l'uno con l'altro. D'altra parte, che succede quando due persone sono innamorate? Loro non gridano, parlano soavemente. E perché?Perché i loro cuori sono molto vicini. La distanza tra loro è piccola. A volte sono talmente vicini i loro cuori che neanche parlano, solamente sussurrano. E quando l'amore è più intenso non è necessario nemmeno sussurrare, basta guardarsi. I loro cuori si intendono. E' questo che accade quando due persone che si amano si avvicinano."Infine il pensatore concluse dicendo: "Quando voi discuterete non lasciate che i vostri cuori si allontanino, non dite parole che li possano distanziare di più, perché arriverà un giorno in cui la distanza sarà tanta che non incontreranno mai più la strada per tornare."    
Il pensatore in questione è il grande Gandhi. "

giovedì 9 dicembre 2010

strade

Vi ho lasciato felice per aver capito che avrei avuto il coraggio di provare. Ora la vita mi mette alla prova davvero. Durante i giorni prima della partenza per il viaggetto per il colloquio del mio compagno, non volevo più sentire parlare di mulini, tulipani, canali e affini. Mi creava troppa ansia il pensiero di tutto questo.

Ma l'Olanda mi ha stupita. é bella. Molto bella.

Dal finestrino del treno guardavo il paesaggio chiedendomi se avrei potuto vedere quella terra come la mia Casa, prima o poi. Non è stato un viaggio da turista, ma un viaggio diverso, mai provato, alla ricerca di qualcosa da amare, di qualcosa per cui valesse la pena ritornare. Per sempre. O quasi.

Sto cambiando punto di vista. Su tanto, su tutto.
Visto come sta l'Italia, malata, sul punto di soccombere, adesso la scelta di andare all'estero mi sembra la cosa più normale e naturale del mondo. Guardo i miei amici, vedo per tutti maggiori prospettive fuori dall'Italia e li vedo trascinarsi nella routine e non capisco il motivo che li obbliga a non lasciare mai la strada in cui sono nati. Vedo dispiegarsi strade davanti a me, vite, persone e sono felice di constatare che la mia vita non sia un sentiero già segnato, ma in continuo evolversi, e anche la mia persona.

Ho scoperto di sapere valorizzare il bello o il brutto a seconda della necessità che la situazione impone. Forse ho imparato a vedere il bicchiere sempre mezzo pieno, così da trarre le potenzialità di ogni situazione nuova. Non sapevo di esserne capace. Ne sono orgogliosa. Non credevo di poter amare così. Sono orgogliosa anche di questo. Finalmente sono un po' orgogliosa di me. Spero che l'Olanda sia la mia opportunità.
E sono orgogliosa del mio compagno, felice di poter esplorare insieme. Ho scoperto che molti ci davano per morti per aver comprato casa insieme, casa, muri, stabilità, solidità che significano mai più cambiamenti, una scelta per sempre. Ma i muri sono oggetti, solo oggetti, è l'anima che non deve morire e deve avere la voglia di, loro vedevano segnato il nostro cammino, ma noi no.

sabato 4 dicembre 2010

Torta light al cioccolato

"Light" perchè senza burro e con un solo uovo, per altro facoltativo. Buonissima, molto soffice, vi stupirà!

INGREDIENTI

200g farina

1 e 1/2 biccheri di latte

1 uovo-facoltativo

70g cacao amaro

150g zucchero

1 bustina lievito Bertolini

1 bicchierino di ruhm

Mettere tutti gli ingredienti setacciato nel frullatore.
Versare in una teglia con carta da forno.
Cuocere in forno a 180 gradi per una ventina di minuti, ma controllatela che ogni forno è diverso.
Quando è fredda, polverizzate con zucchero a velo.

é una torta da gustare nel latte, se la volete più soffice, tagliatela a metà, bagnatela bene su entrambi i latti con una bagna al ruhm o ruhm e latte e farcite di panna montata.
Slurp!

Pasta per la pizza

INGREDIENTI

500-600g farina bianca 0  oppure 00
olio
1 cubetto e mezza di lievito di birra  fresco
sale
acqua
zucchero


Mettere la farina su una spianatoia. Aggiungere il lievito di birra precedentemente sciolto in un bicchiere di acqua calda, impastare. Aggiungere un filo d'olio abbondante, sale, 1 cucchiaino di zucchero e impastare.
Regolare con acqua, olio e farina la consistenza dell'impasto che deve essere liscio, omogeneo ed elastico.
Si deve staccare dalle pareti e avere una forma di palla.
Fare una croce sull'impasto, coprire con un panno e fare riposare in un luogo caldo.

Tradizionalmente l'impasto dovrebbe riposare 3 ore. In realtà, ciò dipende dalla temperatura dell'aria. D'estate 1 ora è sufficiente. D'inverno io lo metto vicino al calorifero per accorciare i tempi.
L'impasto è pronto quando è raddoppiato di volume. Al tatto, sis entono bolle d'aria al suo interno.

Lavorare con le mani l'impasto, stendere e condire a piacere.
Al posto della passata di pomodoro, io uso sempre un sughetto di pomodoro fatto con soffritto di cipolla, sale e poco dado. Dà molto più sapore.
Per la MARGHERITA, procedere con sugo, mozzarella a dadini e origano. Quando è cotta, aggiungere foglie di basilico e un filo d'olio extravergine di oliva.


Aggiungendo più lievito e più zucchero, la pizzalievita di più. Se preferita la piza più alta o più bassa regolare la quantità di questi due ingredienti.

Torta alle pere con gocce di cioccolato

Mmmh...buonissima!

INGREDIENTI

800g di Pere

3/4 di bustina di lievito per dolci (Pane degli Angeli è meglio)

1 cucchiaio di miele *

4 uova

140g zucchero

130g burro

200g farina

gocce di cioccolato

zucchero a velo


Sciogliere il burro a bagnomaria e montare gli albumi a neve ferma e soda.
Nel frattempo, mettere nel frullatore lo zucchero, il miele e i tuorli e montarli. Aggiungere il burro fuso e frullare. Aggiungere la farina e il lievito setacciati e frullare. Versare l'impasto in una terrina e amalgamare delicatamente gli albumi montati. Aggiungere i 3/4 delle pere lavate, sbucciate e tagliate a dadini e le gocce di cioccolato. Versare il composto in una teglia ricoperta da carta da forno o imburrata e infarinata.
Creare delle listarelle con le pere rimaste e disporle come decorazione.
Cuocere a 180 gradi.
Indicativamente il tempo di cottura si aggira sui 40 minuti, ma dipende molto dal forno, bisogna tenere controllato il dolce.
Sfornare e quando è freddo spolverare di zucchero a velo.




* è bene aggiungere il miele a tutti i dolci non per il suo sapore, ma per il bel colore giallo che conferisce all'impasto

lunedì 8 novembre 2010

La tulipe noire

La nostra casetta...
 l'abbiamo sistemata, arredata, con tanto amore e cura di ogni dettaglio.

E la scorsa settimana arriva la notizia: il mio ragazzo ha trovato un ottimo lavoro in olanda. Io lo prego di accettare, voglio sostenerlo e non voglio sbattere la porta in faccia ad un'occasione. Treni importanti ne passano pochi nella vita.
E da qui inizia la mia frenetica ricerca di notizie sull'olanda, notizie che possano sembrarmi conferme della scelta presa perchè, si sa, la paura un po' c'è.
Sono delusa dall'Italia, sono stanca, da troppi punti di vista.
Ci sono troppe cose che non mi piacciono più, non vedo possibilità lavorativa, non vedo apertura mentale, non vedo molte possibilità di arricchimento culturale e crescita personale.

"In Olanda ci sono poche regole, ma le poche vengono rispettate".

In Italia ci sono una marea di regole e bigottismi, ma nessuna o quasi di queste viene rispettata, o meglio, è solo una facciata.
In Italia siamo furbi a riempirci le tasche di sacchetti se sono gratis, in Italia è intelligente chi trova il sistema di evadere le tasse, in Italia eleggiamo politici che hanno tresche con le 18enni perchè non abbiamo nessuno di meglio da votare.
In Italia sei fortunato a trovare un lavoro al di sotto delle tue capacità e sottopagato, perchè almeno "tu hai un lavoro".
In Italia sei scaltro se ricevi una raccomandazione  e pure fortunato.

Amo il mio paese, ma ormai ha tolto la speranza a noi giovani.

Se avete notizie qualsiasi dell'Olanda, scrivetemi!

Mi serve di nuovo un sogno.E dire che ne ho così tanti nella testa...

Ora ancora non so che faremo. Ma sono contenta perchè so che avremmo avuto il coraggio di provarci.

venerdì 29 ottobre 2010

La giornata inizia storta, cercherò di darle una svolta

Voi siete nati insieme e insieme starete per sempre.
Starete insieme quando le bianche ali della morte disperderanno i vostri giorni.
E insieme nella silenziosa memoria di dio.
Ma vi sia spazio nella vostra unione, e tra voi danzino i venti dei cieli.
Amatevi l’un l’altro, ma non fatene una prigione d’amore:
piuttosto vi sia un moto di mare tra le sponde delle vostre anime.
Riempitevi l’un l’altro le coppe, ma non bevete da un’unica coppa.
Datevi sostentamento reciproco, ma non mangiate dello stesso pane.
Cantate e danzate insieme e state allegri, ma ognuno di voi sia solo,
come sole sono le corde del liuto, benché vibrino di musica uguale.
Donatevi il cuore, ma l’uno non sia di rifugio all’altro,
poiché solo la mano della vita può contenere i vostri cuori.
E siate uniti, ma non troppo vicini,
le colonne del tempio se ergono distanti,
e la quercia e il cipresso non crescono
l’una all’ombra dell’altro”.
Gibran

Amare non è guardarsi negli occhi
ma guardare insieme nella stessa direzione

(il Piccolo Principe)

giovedì 16 settembre 2010


Quando mi hanno comunicato che sarebbe arrivato un cucciolo, ho reagito in maniera tanto distaccata e cinica che la mia famiglia deve aver creduto che non volessi piu’ cani.
In effetti, dopo la morte di Sitka, avevo tanta voglia quanta paura di amare un altro cucciolo. Credo che in ogni forte passione che abbia causato dolore si crei questa diatriba interiore tra brama e terrore, e quest’ultimo cresce proporzionalmente al primo: piu’ desideriamo ciò che ci ha già colpito, piu’ lo temiamo.E nascondiamo tutto grazie al cinismo mascherato di realismo.
Credo sia il meccanismo per cui gli anziani spesso sono meno sognatori dei fanciulli, anche se personalmente provo piu’ stima per coloro che riescono a sottrarsi a questo semplice ritrovato difensivo.
Quella sera, quindi, mi sono rintanata nel mio lettuccio molto presto perché temevo che qualcuno potesse udire i battiti del mio cuore impazzito.Neanch’io, o forse solo io, non volevo sentirli, ma piu’ cercavo di dormire piu’ il mio organo suonava e faceva fracasso finché, indomabile, mi ha costretta ad ammettere che un pochino mi rendeva allegra l’idea di un cane. Era Felicità Pura.
Ho assistito, mio malgrado, alla festa fino all’alba, incapace di dormire. Anche i pensieri avevano iniziato a danzare e piroettare e decisi finalmente di lasciarmi andare e godermi lo spettacolo.
La mattina successiva fu interminabile. Miscela di angoscia e desiderio.
Il piccolo sarebbe arrivato con mia mamma al termine dell’orario lavorativo consueto. Avrei potuto benissimo decidere di andare a prenderlo io stessa ponendo fine all’attesa sfibrante, ma avevo abbassato appena un poco la maschera di cinismo con me stessa e non me la sentivo di toglierla del tutto.Ho trascorso ore camminando avanti e indietro, come un padre fuori dalla sala parto. Sapevo che ogni vita che si aggiunge alla famiglia, indipendentemente dal numero di zampe, comporta un forte cambiamento nella propria routine, se lo si accoglie come merita. Non che fosse questo a spaventarmi. Immaginavo il cucciolo senza volerlo raffigurare. Non era Sitka, forse questo mi avrebbe delusa. Non ci conoscevamo, forse non saremmo diventati amici. Ogni animale ha il proprio carattere. E poi come chiamarlo? Probabilmente avrebbe pianto le prime notti. Avrebbe sporcato in casa. Sarebbe stato necessario insegnargli tutto.
Finalmente il rumore della chiave che gira nella serratura interrompe il flusso discontinuo dei miei pensieri.
Il cuore aveva iniziato di nuovo il suo concerto; con ostentata indifferenza e lentezza mi avviai verso l’ingresso.
Un orsacchiotto pelosissimo, morbido e stupendo era in braccio a mia mamma.
Si girò verso di me e, sopra un musino nero dalle proporzioni perfette, brillavano occhietti acuti e ingenui.
FRAM nell’istante in cui ho incrociato il suo sguardo
FRAM fracassata a terra la mia preziosa maschera.
Ho sentito aprirsi qualcosa, liquefarsi qualcosa d’altro e una gioia così intensa da stordire: ho abbracciato il mio cucciolo e da allora viviamo senza sciogliere quell’abbraccio.
Non potremmo “essere” senza.

lunedì 13 settembre 2010

La pioggia nel pineto

Taci. Su le soglie


del bosco non odo                                                         

parole che dici

umane; ma odo

parole più nuove

che parlano gocciole e foglie

lontane.

Ascolta. Piove

dalle nuvole sparse.

Piove su le tamerici

salmastre ed arse,

piove sui pini

scagliosi ed irti,

piove sui mirti

divini,

su le ginestre fulgenti

di fiori accolti,

sui ginestri folti

di coccole aulenti,

piove sui nostri volti

silvani,

piove sulle nostre mani

ignude,

sui nostri vestimenti

leggieri,

su i freschi pensieri

che l'anima schiude

novella,

su la favola bella

che ieri

l'illuse, che oggi m'illude,

o Ermione

Odi? La pioggia cade

su la solitaria

verdura

con un crepitio che dura

e varia nell'aria

secondo le fronde

più rade, men rade.

Ascolta. Risponde

al pianto il canto

delle cicale

che il pianto australe

non impaura,

nè il ciel cinerino.

E il pino

ha un suono, e il mirto

altro suono, e il ginepro

altro ancora, stromenti

diversi

sotto innumerevoli dita.

E immersi

noi siam nello spirto

silvestre,

d'arborea vita viventi;

e il tuo volto ebro

è molle di pioggia

come un foglia,

e le tue chiome

auliscono come

le chiare ginestre,

o creatura terrestre

che hai nome

Ermione.

Ascolta, ascolta. L'accordo

delle aeree cicale

a poco a poco

più sordo

si fa sotto il pianto

che cresce;

ma un canto vi si mesce

più roco

che di laggiù sale,

dall'umida ombra remota.

Più sordo e più fioco

s'allenta, si spegne.

Sola una nota

ancora trema, si spegne,

risorge, treme, si spegne.

Non s'ode voce del mare.

Or s'ode su tutta la fronda

crosciare

l'argentea pioggia

che monda,

il croscio che varia

secondo la fronda

più folta, men folta.

Ascolta.

La figlia dell'aria

è muta; ma la figlia

del limo lontane,

la rana,

canta nell'ombra più fonda,

chi sa dove, chi sa dove!

E piove su le tue ciglia,

Ermione.

Piove su le tue ciglia nere

sì che par tu pianga

ma di piacere; non bianca

ma quasi fatta virente,

par da scorza tu esca.

E tutta la vita è in noi fresca

aulente,

il cuor nel petto è come pesca

intatta,

tra le palpebre gli occhi

son come polle tra l'erbe,

i denti negli alveoli

son come mandorle acerbe.

E andiam di fratta in fratta,

or congiunti or disciolti

(e il verde vigor rude

ci allaccia i malleoli

c'intrica i ginocchi)

chi sa dove, chi sa dove!

E piove su i nostri volti

silvani,

piove sulle nostre mani

ignude,

sui nostri vestimenti

leggieri,

su i freschi pensieri

che l'anima schiude

novella,

su la favola bella

che ieri

m'illuse, che oggi t'illude,

o Ermione



(Gabriele D'Annunzio 19°-20° secolo)

Buongiorno mondo!

Non voglio parlare di me.
Saranno i miei scritti che accumulo da tanti anni a farlo.E la Farfalla Celeste.
E' un primo passo.
Condivido emozioni e la bellezza della vita.

          "L'uomo che riesce a vedere le cose picole ha la vista limpida ed il cuore sereno".


Buon viaggio!